L’estrazione della pomice e dell’ossidiana nell’isola di Lipari iniziò nel V millennio a.C.
Verso la fine del XIX secolo alcune società straniere promossero la costruzione dei primi impianti di lavorazione del materiale. Nel 1884 fu redatto un vero e proprio Regolamento per la riscossione del diritto di percezione sulla pietra pomice che si estrae dalle cave dei demani comunali. La crisi economica mondiale del 1929 colpì pesantemente il commercio della pomice. Nel 1935 gli industriali eoliani, Vincenzo D′Ambra e Francesco Carbone, insieme all′ing. Antonio Lamaro di Roma si interessarono allo sfruttamento della pomice dell’isola greca di Yali (iniziativa non portata avanti per l’inizio della 2° guerra mondiale).
L’eccessiva parcellizzazione delle cave risultò un punto critico del settore:
- 40 coltivazioni, condotte da modeste aziende individuali, tra le più importanti la ditta Saltalamacchia Dietrich di Acquacalda, poi l′Italpomice, la società Eolpomice, la ditta F.La Cava, la ditta G. Restuccia & Co., poi Pumex S.p.A., la ditta Th. Ferlazzo, la ditta Angelo D′Ambra e la Cooperativa San Cristoforo di Canneto.
Dal 1968 la Pumex S.p.A., costituitasi nel 1958 da una fusione, acquisì gradualmente tutte le altre attività d′estrazione.